Oggi desidero approfondire insieme a voi un argomento di grande attualità, che ho trattato più volte sui miei canali nel corso degli anni: il problema della plastica, del suo utilizzo e riciclo e di tutti quegli accorgimenti che possiamo adottare nella nostra quotidianità per ridurre l'impatto ambientale delle nostre scelte ed avvicinarci alla filosofia del "plastic-free".
Spero che questo articolo possa fornirvi qualche spunto di riflessione utile e, perché no, suggerirvi anche soluzioni facilmente adottabili per ridurre l'utilizzo della plastica e salvaguardare l'ambiente che ci circonda.
Buona lettura, fatemi sapere cosa ne pensate!
La plastica ha cambiato le nostre vite, spesso semplificandole e favorendone lo sviluppo. Nato come materiale utile e largamente impiegato nei settori più disparati, nel corso del tempo ha perso valore a causa dell’esasperazione e dell’abuso dell’usa e getta e della scorretta gestione del suo smaltimento.
Questa cattiva gestione ha portato laghi, fiumi, mari e, in generale, tutto l’ambiente in cui viviamo ad essere invasi da rifiuti in plastica, con conseguenze (che ancora non conosciamo totalmente) sulla biodiversità del pianeta e sull’economia dei nostri territori.
La produzione mondiale è passata da 15 milioni di tonnellate nel 1964 a 310 milioni al giorno d’oggi. Di questi almeno 8 finiscono ogni anno in mare, tanto che le stime prevedono entro il 2050 che la quantità di plastica sarà addirittura superiore a quella dei pesci. Secondo il Center for Biological Diversity nei mari di tutto il mondo c’è così tanta plastica che si ritiene che più della metà degli animali marini ne abbia ingerito una parte (il solo Mar Mediterraneo ne accoglie giornalmente oltre 700 tonnellate).
Il problema non è costituito solamente dagli oggetti di plastica di medie o grandi dimensioni che si accumulano nelle zone di risacca, ma anche dalle c.d. microplastiche, spesso talmente minuscole da risultare invisibili agli occhi una volta che vengono disperse nell’ambiente.
Le microplastiche possono provenire dai prodotti cosmetici e per l’igiene personale, dai prodotti industriali o derivare da pezzi di plastica più grandi che si degradano. Le loro dimensioni ridotte le rendono particolarmente pericolose, poichè fanno sì che possano passare con facilità attraverso i filtri delle acque di scarico rendendo impossibile il loro recupero una volta in mare.
Basti pensare che queste minuscole particelle hanno un diametro compreso tra 330 micrometri e i 5 millimetri e sono composte da plastica non riciclabile. Vengono comunemente impiegate per le loro proprietà abrasive ed esfolianti e sono presenti in molti prodotti cosmetici utilizzati quotidianamente come dentifrici, prodotti di bellezza, scrub, detergenti o make-up.
Una volta giunte nei fiumi e nei mari iniziano a decomporsi, inquinando di fatto l’ambiente circostante e diventando pericolose per l’uomo e per l’habitat marino. Il passaggio da polimeri a microplastiche può avere una durata di tempo variabile, perché subentrano fattori diversi (come la presenza di additivi chimici, agenti atmosferici diversi, variazioni climatiche o quant’altro). Le microplastiche, tuttavia, una volta presenti nei corsi d’acqua possono essere mangiate e assimiliate dai pesci, finendo di conseguenza anche sulle nostre tavole. Infatti secondo l’Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il 15-20% delle specie marine che vengono consumate quotidianamente contiene microplastiche.
Per questo nel momento dell’acquisto è fondamentale leggere con attenzione la lista degli ingredienti dei prodotti di bellezza: la presenza di microplastiche, infatti, deve essere chiaramente segnalata e nella maggior parte dei casi si traduce nella presenza di polietilene o polipropilene. All'interno di un cosmetico "sicuro" da questo punto di vista, pertanto, non dovrebbero essere presenti i seguenti ingredienti: Polyethylene (PE), Polypropylene (PP), Polythylene Terephthalate (PET), Polytetrafluoroethylene (PTFE), Polymethyl methacrylate (PMMA), Nylon (Nylon-12).
(credits @larepubblica)
Quest'anno presso lo stand dell’Unione europea ad Ecomondo, la fiera dell’ecosostenibilità che si tiene ogni anno nella mia città nel mese di Novembre, è stato mostrato ai visitatori cosa contenevano i flaconi di esfolianti acquistati pochi giorni prima. Ogni crema o prodotto esfoliante in un tubetto da 150 millilitri o più, dopo il filtraggio, aveva rilasciato un pugno di sabbiolina bianca. E' stato chiesto al CNR (il Centro Nazionale delle Ricerche) di analizzare quello che ne conteneva in percentuale maggiore ed è stato stabilito che erano presenti ben 27 grammi di plastica, per un totale di un milione e 600 mila particelle. Un esperimento impressionante che deve farci riflettere molto seriamente.
Quali soluzioni sono state proposte per contrastare la diffusione delle microplastiche e della plastica in generale?
Il 16 gennaio 2018 la Commissione europea ha adottato la “Strategia europea per la plastica nell'economia circolare” con l’intento di:
Anche il nostro paese si sta adeguando a queste linee guida: basti pensare alla recente legge sui sacchetti biodegradabili a pagamento per frutta e verdura, al divieto sui bastoncini per la pulizia delle orecchie in plastica (operativo dal 1° gennaio 2019), al divieto di produrre prodotti cosmetici con microplastiche (che sarà attivo a partire dal 1° gennaio 2020).
Non solo, il Ministero dell’Ambiente da fine 2018 ha avviato il progetto "Io sono Ambiente" volto alla diffusione della cultura “plastic free”, sollecitando inoltre tutte le amministrazioni pubbliche affinchè siano da esempio ai cittadini.
Per quanto riguarda Rimini, la città in cui vivo, e le sue spiagge sono fiera che quest'anno sia stata tra le prime a sposare la filosofia "plastic free": niente somministrazione in bicchieri di plastica monouso e niente cannucce, via libera ai materiali riutilizzabili o compostabili. Nel dettaglio l’ordinanza comunale ha disposto per la stagione estiva 2019 il divieto sulle spiagge del Comune di Rimini “della vendita di bevande in bicchieri di plastica usa e getta e la distribuzione ai clienti di cannucce in plastica usa e getta”. E’ stato invece consentito l’utilizzo di bicchieri e cannucce di carta o di materiale compostabile o di materiale plastico lavabile in lavastoviglie e riutilizzabile.
Pensare ad un mondo senza plastica, almeno nel prossimo futuro, è praticamente impossibile. Ci sono però tante piccole scelte quotidiane che possono fare la differenza e aiutare a sensibilizzare amici e parenti su questa tematica così importante:
Anche in ambito cosmetico è possibile sposare comportamenti "etici", coerenti con la filosofia plastic-free:
La strada verso uno stile di vita eco-sostenibile è ancora lunga e spesso difficoltosa, ma tutte le grandi rivoluzioni hanno sempre inizio dai piccoli gesti quotidiani. Sforziamoci di essere parte integrante di questo cambiamento, per il nostro bene e quello delle generazioni future.
La terra che ci ospita è una sola: there's not planet B.
Cosa ne pensate? Quali sono gli accorgimenti che state mettendo in atto da questo punto di vista? Confrontiamoci insieme.
Ricordo a tutte le nuove lettrici che potete trovarmi su:
#PlasticFree #TheresNoPlanetB #GreenLifestyle #thelifeofabee